L'Africa sull'Orlo del Baratro: Cresce il Rischio di una Nuova Guerra Etiopia-Eritrea
Analisi delle crescenti tensioni tra Etiopia ed Eritrea nell'ottobre 2025. Il rischio di una nuova guerra regionale è alimentato dalle rivendicazioni di Abiy Ahmed sull'accesso al Mar Rosso e dalle dinamiche destabilizzanti nel Tigrè e in Amhara.
AFRICA SUB SAHARIANA
Giuseppe Palestra
10/28/2025
Per oltre un anno, l'ombra di un'altra guerra catastrofica tra Eritrea ed Etiopia ha incombito sul Corno d'Africa. La situazione attuale, anziché stabilizzarsi dopo il fragilissimo accordo di pace del 2022 che pose fine al conflitto del Tigrè, è precipitata in una fase di equilibrio instabile. Esperti e figure politiche internazionali hanno lanciato ripetuti allarmi sulle crescenti mobilitazioni militari e sull'escalation retorica tra i leader dei due stati, segnalando una disintegrazione del cessate il fuoco raggiunto con tanta fatica. La crisi che domina il panorama geopolitico dell'Africa orientale nell'ottobre 2025 è il risultato di un profondo tradimento strategico e di rivendicazioni nazionali percepite come inconciliabili.
1. La Causa Scatenante: L'Ambizione Etiopica per il Mar Rosso come Necessità Vitale
Il fattore di maggiore destabilizzazione è la rinnovata e strenua richiesta del Primo Ministro etiope, Abiy Ahmed (Premio Nobel per la Pace 2019, proprio per l'accordo con l'Eritrea), di ottenere un accesso permanente al Mar Rosso. L'Etiopia, un gigante demografico con oltre 120 milioni di abitanti, è rimasta senza sbocco al mare dopo l'indipendenza dell'Eritrea nel 1993, affidandosi in gran parte al porto di Gibuti.
Abiy ha definito l'accesso al mare un bisogno "esistenziale per la sopravvivenza nazionale" e una questione di diritto storico, intensificando i tentativi diplomatici falliti per ottenere diritti su porti, in particolare Assab in Eritrea o quelli somali. Questa retorica aggressiva è stata ampiamente percepita dal regime dittatoriale di Isaias Afwerki ad Asmara come una minaccia diretta alla sovranità territoriale eritrea. L'Etiopia ha recentemente formalmente accusato l'Eritrea, in una lettera inviata al Segretario Generale dell'ONU Antonio Guterres, di "prepararsi attivamente a condurre una guerra" contro Addis Abeba. L'Eritrea, in risposta, ha respinto le accuse come "squilli di sciabola provocatori" volti a giustificare le ambizioni territoriali etiopi.
2. Il Fattore Tigrè e la Geopolitica dei Proxy: Un Rovesciamento di Alleanze
Le dinamiche politiche nella regione del Tigrè, epicentro del conflitto 2020-2022 che ha causato centinaia di migliaia di vittime, sono diventate il catalizzatore chiave che rischia di far precipitare una guerra più ampia.
Durante il conflitto nel Tigrè, il Presidente eritreo Afwerki fu un alleato cruciale di Abiy Ahmed contro il TPLF (Tigray People's Liberation Front). Oggi, lo scenario si è clamorosamente capovolto:
Nuove Collaborazioni Ibride: Addis Abeba accusa Asmara di colludere con la fazione oltranzista del TPLF rimasta ai margini dell'accordo di pace e, al contempo, di finanziare e dirigere gruppi armati come i miliziani nazionalisti Fano nella regione Amhara. Questa "alleanza per procura" tra i due storici nemici del Tigrè e l'Eritrea è volta a destabilizzare il governo federale di Abiy dall'interno, trasformando la sua base di potere in un fronte di guerra.
L'Instabilità del Confine: La mancata piena implementazione dell'accordo di Pretoria ha lasciato irrisolto lo status della contesa regione del Tigrè Occidentale (popolata da Amhara ed Etiopi del Tigrè). Qualsiasi escalation militare in quest'area o un tentativo di Abiy di agire preventivamente contro il TPLF e i Fano per "normalizzare" il Nord potrebbe innescare l'intervento diretto dell'Eritrea. Il pericolo è che il conflitto interno etiope si trasformi rapidamente in una guerra interstatale su vasta scala, con il Tigrè come campo di battaglia.
3. Ripercussioni Globali, Economiche e Regionali 🇸🇴🇪🇬
Una nuova guerra tra i due paesi avrebbe conseguenze destabilizzanti che andrebbero ben oltre i confini del Corno d'Africa, incidendo sulla sicurezza del corridoio strategico del Mar Rosso, vitale per il commercio mondiale.
La Sicurezza del Mar Rosso: La riapertura di un conflitto nell'area minaccerebbe ulteriormente le rotte marittime, in un momento in cui l'Etiopia cerca di posizionarsi come potenza economica. La stabilità della regione è cruciale per la logistica globale e per le potenze (come Cina, Stati Uniti e Paesi del Golfo) che hanno basi militari lungo la costa.
Allineamenti e Proxy: La crisi ha generato nuovi e inattesi allineamenti. L'Eritrea, sentendosi minacciata, ha rafforzato i legami diplomatici e di sicurezza con l'Egitto (storico rivale etiope per il controllo delle acque del Nilo, a causa della Grande Diga della Rinascita Etiope, GERD). Tali dinamiche triangolari rischiano di trascinare altri attori regionali in un conflitto per procura.
Impatto Umanitario ed Economico: Le stime indicano che le perdite economiche del solo conflitto nel Tigrè 2020-2022 abbiano superato i 20 miliardi di dollari a livello regionale, oltre a una crisi umanitaria senza precedenti. Una ripresa delle ostilità annullerebbe la potenziale crescita economica derivante da una cooperazione sui porti che, se realizzata, potrebbe ridurre i costi logistici etiopi fino al 25% e rilanciare l'economia eritrea. La continuazione delle ostilità è un chiaro danno economico per entrambe le nazioni.
La comunità internazionale, pur essendo distratta da altri conflitti, riconosce che il rischio di un nuovo scontro è alto. La stabilità perenne del Corno d'Africa sembra essere appesa a un filo sottile, teso tra l'ambizione di un Nobel per la Pace e la paranoia di un dittatore isolato.
