Elezioni Costa d'Avorio 2025: Ouattara Vince il Quarto Mandato tra Controversie e Assenze Illustri

Alassane Ouattara rieletto Presidente con quasi il 90% dei voti. Analisi del controverso quarto mandato, l'esclusione di Laurent Gbagbo e Tidjane Thiam e le implicazioni per la stabilità economica della Costa d'Avorio, primo produttore di cacao.

AFRICA SUB SAHARIANA

Giuseppe Palestra

10/27/2025

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Elezioni Costa d'Avorio 2025: Ouattara Vince il Quarto Mandato tra Controversie e Assenze Illustri

Il Presidente uscente Alassane Ouattara, 83 anni, è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali in Costa d'Avorio, assicurandosi il suo quarto mandato consecutivo con un risultato schiacciante. Secondo i risultati provvisori annunciati lunedì dalla Commissione Elettorale Indipendente (CEI), Ouattara ha ottenuto l'89,77% dei voti. La vittoria cementa il potere di un leader che, al governo dal 2011, ha trasformato la Costa d'Avorio in una delle potenze economiche dell'Africa occidentale.

Il Controverso Quarto Mandato e la Riforma Costituzionale

La rielezione di Ouattara non è priva di forti polemiche, in quanto viola palesemente la norma costituzionale ivoriana che limita i mandati presidenziali a due. Il Presidente, soprannominato ADO dai suoi sostenitori, ha difeso la sua decisione sostenendo che la riforma costituzionale del 2016 avrebbe di fatto "azzerato" il conteggio, permettendogli di correre legalmente per un nuovo ciclo di mandati.

Questa interpretazione ha scatenato la rabbia dell'opposizione e dell'opinione pubblica, alimentando proteste e l'accusa di un progressivo indebolimento democratico in Africa Occidentale. Il voto si è svolto in un clima di forte tensione, con il governo che ha vietato le manifestazioni e proceduto all'arresto di oltre 200 membri del movimento politico Common Front nelle settimane precedenti. Tali misure repressive sollevano il timore di una nuova crisi post-elettorale, data la storia del Paese.

Le Esclusioni Politiche: Gbagbo, Thiam e la Credibilità del Voto

La credibilità del processo elettorale è stata seriamente minata dall'esclusione dei due principali rivali politici che avrebbero potuto rappresentare una sfida seria per Ouattara.

  • Laurent Gbagbo e la Condanna Penale: L'ex Presidente Laurent Gbagbo è stato escluso a causa di una condanna penale in patria. Nonostante sia stato assolto dalla Corte Penale Internazionale (ICC) per i crimini commessi durante la crisi post-elettorale del 2010-2011, la sua assenza ha tolto un peso massimo della politica ivoriana dalla corsa, lasciando il campo libero all'incumbent.

  • Tidjane Thiam e la Cittadinanza Francese: L'esclusione di Tidjane Thiam, ex CEO di Credit Suisse e figura di spicco nel Partito Democratico della Costa d'Avorio (PDCI), è stata motivata dall'acquisizione della cittadinanza francese. Questa mossa legale, considerata dai suoi sostenitori come un pretesto politico, ha eliminato l'unico candidato con una forte credibilità internazionale e risorse finanziarie significative.

I restanti quattro candidati, privi del supporto di grandi macchine politiche, non sono mai stati considerati competitivi. La loro presenza non ha fatto che rafforzare l'impressione che le elezioni in Costa d'Avorio fossero una "corsa in solitaria" per Ouattara.

Affluenza, Disinteresse e la Stabilità Economica

Un dato che solleva dubbi sulla legittimità del risultato è l'affluenza alle urne. Sebbene il presidente della CEI, Ibrahime Coulibaly-Kuibiert, abbia stimato una partecipazione intorno al 50% (simile al 2020, elezione boicottata), le discrepanze regionali sono notevoli.

Nelle roccaforti settentrionali di Ouattara si sono registrate percentuali vicine al 100%, mentre in aree tradizionalmente dell'opposizione, come la città meridionale di Gagnoa, l'affluenza è stata del solo 20%. Molti elettori hanno scelto l'astensione come forma di protesta democratica contro la ricandidatura del Presidente.

Nonostante le tensioni politiche, Ouattara si presenta come garante della stabilità economica. La Costa d'Avorio, primo produttore mondiale di cacao, ha registrato una crescita media del PIL superiore al 7% nell'ultimo decennio, sostenuta da massicci investimenti in infrastrutture. Tuttavia, i critici sottolineano che questo boom non si è tradotto in una riduzione significativa della povertà e della disoccupazione giovanile, rendendo la sua rielezione un atto di continuità economica ad alto rischio politico.

Prospettive Future: Implicazioni Geopolitiche ed Economiche del Quarto Mandato: Stabilità vs. Democrazia

La vittoria di Ouattara, pur tra le polemiche, non può essere letta solo come un affare interno. Le elezioni in Costa d'Avorio hanno immediate implicazioni geopolitiche ed economiche per tutta l'Africa occidentale, regione già segnata da colpi di stato e instabilità democratica.

La rielezione contestata di Ouattara si inserisce in un contesto regionale dominato dal declino democratico e dalla crisi di fiducia verso l'autorità.

  1. Stabilità per l'ECOWAS: La Costa d'Avorio è un pilastro della Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS). La sua stabilità, anche se imposta, è vista con favore da molti leader regionali, preoccupati dall'ondata di colpi di stato militari che ha colpito Paesi limitrofi come Mali, Burkina Faso e Niger. Ouattara rappresenta un baluardo contro l'instabilità militare e il jihadismo che si diffonde nel Sahel.

  2. Rapporti con la Francia: Il legame storico con l'ex potenza coloniale, la Francia, rimane fondamentale. Ouattara, che ha studiato e lavorato a lungo in Francia, è percepito come un alleato fidato. Mentre l'influenza francese è in declino in altre ex colonie, il sostegno (anche implicito) a Ouattara assicura a Parigi un punto d'appoggio cruciale in un Paese strategico per la produzione di materie prime.

Il Fattore Cacao e l'Economia Ivoriana: Un Boom non Equo

La Costa d'Avorio è il primo produttore mondiale di cacao, e la stabilità politica è un fattore determinante per il mercato globale. La rielezione di Ouattara offre alle multinazionali e agli investitori internazionali la garanzia di continuità:

  • Continuità Economica: L'amministrazione Ouattara vanta una forte crescita media annua del PIL (spesso superiore al 7%) e massicci investimenti infrastrutturali (strade, ponti, energia). La sua vittoria assicura la prosecuzione di queste politiche pro-business, essenziali per attrarre i capitali esteri.

  • Disuguaglianza Sociale: La vera sfida è la disparità economica. Nonostante il boom, la povertà e la disoccupazione giovanile rimangono altissime. Molti giovani ivoriani, in una nazione dove quasi la metà della popolazione ha meno di 18 anni, si sentono esclusi dai benefici della crescita. La bassa affluenza alle urne nelle grandi città e nel sud è un segnale di questo profondo disagio sociale, che rischia di trasformarsi in instabilità se non affrontato.

Il Rischio Etnico e la Frattura Nord-Sud

La storia politica della Costa d'Avorio è strettamente legata alle divisioni etniche e regionali, un fattore che le elezioni 2025 non hanno fatto che accentuare:

  • Frattura Regionale: La polarizzazione del voto è evidente: affluenza altissima e voti bulgari per Ouattara nelle roccaforti settentrionali (tradizionalmente la sua base etnica e politica); affluenza bassissima nelle aree meridionali e nell'ovest (roccaforti storiche di Gbagbo e Thiam). Questa netta frattura Nord-Sud è pericolosa.

  • La Questione della Nazionalità: Il tema della nazionalità (che ha escluso Thiam) è un retaggio della crisi degli anni '90 e 2000, quando la politica ivoriana si è polarizzata tra "veri ivoriani" e cittadini di origine straniera (spesso dal Nord o dai Paesi limitrofi). Sebbene Ouattara abbia superato queste divisioni in passato, l'esclusione politica strumentale dei suoi rivali rischia di riacutizzare le tensioni identitarie e regionali.

    La vittoria di Alassane Ouattara è quindi un risultato che garantisce stabilità formale ma nasconde una profonda crisi di legittimità democratica e un malcontento sociale ed etnico palpabile. Il suo quarto mandato sarà definito dalla sua capacità di trasformare la crescita economica in benessere equo e di ripristinare un clima di fiducia e inclusività politica, prima che le tensioni sfocino in una nuova crisi.