Sicurezza delle infrastrutture sottomarine italiane: minacce, vulnerabilità e ruolo strategico della Marina Militare
Analisi dettagliata sulla sicurezza delle infrastrutture critiche sottomarine italiane: cavi, gasdotti, elettrodotti e sorveglianza marittima. Il ruolo strategico della Marina Militare.
ITALIA
Marco Cornetto
12/2/2025


La Sicurezza delle Infrastrutture critiche sottomarine in Italia e il ruolo della Marina Militare Italiana
Il noto evento del sabotaggio, avvenuto nel settembre 2022, al gasdotto “Nord Stream”, che trasportava gas naturale a basso costo dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico, con la conseguenza di innalzare i prezzi del gas europeo del 12% dopo la diffusione della notizia, ha sollevato il coperchio di un vaso di Pandora che ha posto in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture sottomarine di diversi attori sul piano internazionale, tra cui l’Italia.
Ma, come riporta una pseudo-etimologia dell’ideogramma cinese Weiji (wei-chi), che al significato di “crisi” associa contemporaneamente quello di “opportunità”, alla minaccia ipotetica ai gasdotti, agli elettrodotti e ai cavi internet sottomarini si è aperta una nuova frontiera di studio e di applicazione di nuove tecnologie a quello che Folco Quilici definiva il “sesto continente”, ovvero lo spazio subacqueo, perlopiù attualmente inesplorato e sconosciuto.
Minacce ai Cavi e Gasdotti Sottomarini: Rischi per la Sicurezza Nazionale
Il sabotaggio delle infrastrutture costituisce un pericolo particolarmente significativo per l’Italia. Questa, infatti, a causa della sua posizione geografica, dispone di diversi collegamenti fondamentali per i flussi energetici e di dati tra l’Europa, l’Africa e l’Asia.
Oltre a essere il quarto Paese al mondo per numero di cavi internet sottomarini, l’Italia ospita sui suoi fondali diverse infrastrutture energetiche, sia elettrodotti che gasdotti.
Per quanto attiene agli elettrodotti, vi sono sei condutture attualmente operative: quattro interamente all’interno delle acque territoriali italiane e due interconnessioni con la Grecia e il Montenegro.
Per i gasdotti ne sono presenti tre: la Trans Adriatic Pipeline (TAP), che trasporta il gas in Europa dall’Azerbaijan; il TransMed, che collega l’Algeria alla Sicilia attraverso la Tunisia; e il Green Stream, proveniente dalla Libia.
I tre tipi di condutture subacquee attualmente presenti sui fondali italiani — cavi internet, elettrodotti e gasdotti — presentano specifiche vulnerabilità in termini di resistenza fisica, ridondanza (numero di collegamenti alternativi) e capacità di riparazione.
Parallelamente alla tipologia di infrastruttura, un altro aspetto essenziale nell’influenzare la sicurezza delle condutture subacquee è la profondità di installazione.
Con il variare della batimetrica varia anche la tipologia di sabotaggio che un attore ostile può effettuare contro l’infrastruttura.
Fino a una profondità di 200 metri è possibile sabotare un’infrastruttura anche con capacità non avanzate, ovvero tramite il piazzamento di esplosivi da parte di sommozzatori (modalità impiegata nel caso del Nord Stream) o con mezzi meccanici come il trascinamento delle ancore (casistica più volte evidenziata nel Baltico).
Con l’aumentare della profondità, raggiungere e danneggiare le condutture diventa più difficile e richiede l’impiego di mezzi avanzati come sottomarini specializzati o droni subacquei, noti anche come Unmanned Underwater Vehicles (UUV).
Monitoraggio Subacqueo: Le Iniziative della Marina Militare Italiana
Di fronte a tali minacce vi è stata l’attivazione, da parte della Marina Militare Italiana, del “Centro di Sorveglianza delle Infrastrutture Sottomarine Critiche”.
Questo centro rappresenta una struttura di coordinamento che integra dati e informazioni raccolte da fonti diverse. Quali? Sensori installati su unità navali, sottomarini, velivoli e satelliti. Inoltre, riceve dati da fonti commerciali e open source, proprio per tenere sotto controllo le infrastrutture critiche subacquee come cavi, condotte e impianti gestiti da grandi società quali Saipem, Eni, Tim Sparkle o Terna.
Questa struttura agisce come un “sistema di sistemi”, professandosi un punto di raccordo tra le unità operative della Marina e i principali operatori nazionali nel campo delle infrastrutture sottomarine.
Lo scopo è monitorare continuamente l’area per prevenire e reagire a minacce o incidenti.
Inoltre, la Marina Militare si rende promotrice di iniziative di cooperazione con questi operatori civili, cercando di sviluppare nuove tecnologie e migliorare i mezzi e i sistemi di rilevamento per l’ambiente subacqueo.
Da notare, infine, che la gestione del traffico subacqueo deve avvenire a cura della Marina Militare, in linea con gli obblighi derivanti dal Diritto Internazionale, in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare firmata nel 1982 a Montego Bay.
Questo trattato stabilisce le regole sul passaggio delle navi attraverso le acque territoriali degli Stati costieri; in particolare, prevede il diritto di passaggio “inoffensivo”, ovvero senza arrecare danno o minaccia agli interessi dello Stato costiero, da parte del naviglio di altro Stato. Il passaggio dev’essere rapido e continuo.
La fermata e l’ancoraggio sono permessi solo se rientrano in manovre ordinarie o in casi di forza maggiore, come condizioni di difficoltà o soccorso a persone o mezzi in pericolo.
Proprio sulla base del Trattato di Montego Bay, lo Stato costiero ha diritto di emanare leggi per la protezione dei cavi e delle condotte sottomarine di sua competenza e, in questo, si inquadra la Legge 204 del 2022, nota come Piano del Mare, con l’istituzione dell’Agenzia per la Sicurezza delle Attività Subacquee (ASAS), che opera per definire norme tecniche e autorizzazioni riguardanti mezzi subacquei in immersione, occupandosi anche della cooperazione con altre istituzioni europee e internazionali competenti in materia subacquea.
Nuove Strategie per la Difesa delle Infrastrutture Subacquee
In questo scenario, per la prima volta la Marina Militare Italiana dichiara apertamente che la protezione delle infrastrutture critiche sottomarine — cavi, condotte energetiche, hub digitali — è parte integrante della Sicurezza Nazionale e si appresta a varare, entro febbraio 2026, un’Unità Polivalente per la Sorveglianza della Dimensione Subacquea (UPSDS), che nasce dalla necessità di avere disponibili piattaforme capaci di garantire sorveglianza persistente e multidominio.
C’è poi un elemento di proiezione strategica.
L’UPSDS si inserisce nell’architettura più ampia del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea, con sede a La Spezia, dove Marina, industria e ricerca stanno costruendo un ecosistema integrato di competenze. Il progetto della nuova unità è dunque un banco di prova politico: confermare che l’Italia vuole ritagliarsi un ruolo di leadership nella “Blue Economy” della Sicurezza, evitando di subire gli equilibri decisi altrove.
Il “Sesto Continente”: Risorse, Dati e Nuove Priorità Strategiche
Inaugurato a dicembre 2023, il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (PNS) ha festeggiato il suo secondo anniversario di attività. Situato a La Spezia, esso rappresenta un’intuizione dalla spiccata natura intergovernativa, nata al fine di promuovere, agevolare e coordinare la cooperazione tra eccellenze pubbliche e private italiane per potenziare la ricerca tecnico-scientifica e incrementare la competitività dell’industria nazionale nel settore della subacquea.
Il “sesto continente”, come si diceva all’inizio dell’articolo, presenta fondali che rimangono per l’80% ancora inesplorati e sconosciuti e sono scientificamente cartografati solo per il 2%.
Malgrado ciò, sotto il mare si celano infrastrutture energetiche, riserve naturali, terre rare e biodiversità, oltre a fenomeni in grado di incidere sul clima.
Sotto il pelo dell’acqua viaggia il 98% delle telecomunicazioni digitali: sono presenti 552 cavi sottomarini che percorrono oltre 1,4 milioni di chilometri.
La priorità nazionale, alla luce di questo scenario, è sviluppare capacità per proteggere, preservare e valorizzare questo ambiente, da cui dipendono i servizi, le economie e la sicurezza delle società contemporanee.
Marco Cornetto - Analista Geodiplomazia.it - 02/12/2025
