Ecuador di nuovo nell’Orbita USA: Galápagos, Guerra alla Droga e Sfida con la Cina

La presenza militare USA alle Galápagos segna il ritorno di Washington in Ecuador. Tra narcotraffico, Cina e sicurezza nel Pacifico, ecco cosa c’è davvero in gioco.

AMERICA LATINA

12/11/2025

Ecuador, di nuovo sotto l’ombrello degli Stati Uniti

Galápagos, narcotraffico e competizione con la Cina: come Washington è tornata a Quito

Quando Jorge Vázquez, naturalista che da anni vive nell’isola di San Cristóbal, osserva i pattugliatori statunitensi decollare dalla pista che sfiora la riserva marina delle Galápagos, non può fare a meno di chiedersi se la presenza americana abbia davvero lo scopo dichiarato: proteggere la biodiversità dell’arcipelago. «Si sentono ovunque», dice indicando la base aeronavale ampliata per ospitare nuovi velivoli. «Ci siamo abituati al rumore, ma non al significato politico che porta con sé».

Negli ultimi due anni, infatti, le Galápagos sono diventate uno dei simboli più evidenti del ritorno degli Stati Uniti in America Latina. Un ritorno che non riguarda solo la sicurezza marittima, ma una competizione geopolitica molto più ampia, in cui l’Ecuador è tornato a svolgere un ruolo centrale.

Un arcipelago protetto che ospita una base strategica

Le Galápagos sono uno dei territori più protetti al mondo: parco nazionale dal 1959, patrimonio UNESCO dal 1978, riserva marina dal 1998. Eppure oggi ospitano una crescente presenza militare statunitense, formalizzata nel 2019 dall’allora presidente Lenín Moreno, in un momento di forte difficoltà economica e di riallineamento diplomatico verso Washington.

L’infrastruttura della base è stata ampliata per accogliere:

  • pattugliatori P-3 Orion,

  • un Boeing E-3 Sentry (AWACS),

  • droni e velivoli di sorveglianza De Havilland,

  • una presenza navale stabile.

Per il governo ecuadoregno, il dispiegamento è una risposta necessaria alla crescita vertiginosa del narcotraffico nel Pacifico orientale. Per gli Stati Uniti, l’arcipelago è anche un punto d’osservazione privilegiato sulle acque dove operano le gigantesche flotte pescherecce cinesi e su una regione strategica della competizione globale.

La nuova postura di Washington in America Latina

La seconda amministrazione Trump ha accelerato un processo già in corso: riportare l’America Latina nella priorità strategica degli Stati Uniti. La logica è chiara:

  1. Ripristinare l’influenza USA in un continente dove Cina e Russia hanno ampliato la loro presenza.
    Pechino, in particolare, è diventato il primo partner commerciale di molti Paesi sudamericani e ha costruito infrastrutture critiche, porti e reti elettriche.

  2. Rafforzare il controllo sulle rotte del narcotraffico.
    L’Ecuador è passato da Paese di transito marginale a uno dei principali hub per la cocaina diretta in Europa.

  3. Prevenire un ulteriore radicamento cinese nelle infrastrutture ecuadoregne.
    Dighe, linee elettriche, progetti digitali e investimenti minerari cinesi hanno alimentato timori a Washington e malcontento a Quito.

La cooperazione militare è diventata quindi il veicolo principale del riavvicinamento.

Perché l’Ecuador ha scelto Washington

La decisione di Moreno nel 2019 di aprire le Galápagos agli Stati Uniti non è stata un’improvvisazione politica, ma il risultato di una serie di pressioni convergenti:

  • Crisi economica e necessità di sostegno finanziario internazionale.
    Il governo ottenne un prestito del Fondo Monetario Internazionale dopo aver presentato un piano di riaggiustamento economico gradito a Washington.

  • Esplosione del crimine organizzato.
    In pochi anni, l’Ecuador è diventato uno dei Paesi con la crescita più rapida degli indici di violenza in tutta l’America Latina.

  • Volontà di ridurre la dipendenza dalla Cina.
    I contratti ereditati dall’era Correa sono stati percepiti come squilibri contrattuali difficili da sostenere.

  • Ricerca di stabilità politica interna.


    In un contesto istituzionale fragile, l’appoggio americano è stato visto come un fattore di sicurezza.

Il risultato è stato un riallineamento netto verso Washington, uno dei più evidenti nella regione degli ultimi dieci anni.

Una nuova architettura regionale della sicurezza

Il ritorno degli Stati Uniti in Ecuador non è un fatto isolato, ma un tassello di un mosaico continentale. Washington sta ricostruendo un corridoio di cooperazione su più livelli:

  • militare: pattugliamenti, intelligence marittima, sorveglianza dei flussi illeciti;

  • economico: sostegno finanziario, programmi di stabilizzazione fiscale;

  • tecnologico: contrasto alla penetrazione cinese e implementazione di reti sicure;

  • politico: rafforzamento dei governi considerati affidabili.

In questa architettura, l’Ecuador rappresenta un caso particolare: piccolo, vulnerabile, ma strategicamente collocato nel cuore del Pacifico sudorientale.

Le conseguenze geopolitiche: opportunità e rischi

Per Washington, la presenza nelle Galápagos è una piattaforma ideale per contenere la concorrenza cinese e monitorare le rotte del narcotraffico. Per l’Ecuador, la cooperazione USA significa accesso a fondi, sicurezza e riconoscimento internazionale.

Ma la partnership comporta rischi significativi:

  • Riduzione dell’autonomia strategica.
    Intere infrastrutture vengono oggi utilizzate quasi esclusivamente dagli Stati Uniti.

  • Possibili ritorsioni economiche da parte della Cina.
    Pechino rimane un attore cruciale per l’export ecuadoregno e per il settore minerario.

  • Tensioni interne sulla sovranità delle Galápagos.
    Critici e ambientalisti denunciano da anni la mancanza di trasparenza sugli accordi militari.

  • Militarizzazione del Pacifico meridionale.
    Le isole rischiano di essere coinvolte nel confronto strategico più ampio tra USA e Cina.

Il nodo centrale: quanto durerà questa nuova convergenza?

L’Ecuador è oggi uno dei Paesi in cui la competizione tra grandi potenze si manifesta con maggiore chiarezza.
La scelta di appoggiarsi agli Stati Uniti è, per ora, una necessità politica e di sicurezza. Ma resta aperta una domanda:
quanto sarà sostenibile nel lungo periodo un allineamento così netto?

La risposta dipenderà dall’evoluzione del sistema politico ecuadoregno, dalla capacità degli Stati Uniti di offrire benefici tangibili e — soprattutto — dal comportamento della Cina, che difficilmente accetterà di perdere uno degli avamposti della sua proiezione economica in Sudamerica.

Francesco Rodolfi - Analista Geodiplomazia.it - 11/12/2025